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5- Conseguenze mediche dell'obesità

L’obesità , con le conoscenze che abbiamo oggi, non può essere considerata un semplice problema estetico che affligge alcune persone, ma un importante problema medico che minaccia la salute ed il benessere globale della popolazione.
L’obesità, infatti, provoca complicazioni che interessano tutti gli organi e gli apparati ed è proprio la comparsa di queste complicazioni che determina l’aumento della mortalità delle persone obese.
Alcune complicazioni sono più comuni in individui con obesità di grado lieve o moderato, perché esse dipendono più dalla distribuzione del tessuto adiposo che dalla sua quantità complessiva, mentre altre complicazioni, dipendendo invece proprio dalle grandi dimensione della massa corporea, colpiscono soprattutto i pazienti con obesità di grado elevato.
Per alcune complicazioni non esiste dunque un rapporto obbligatorio con il grado di obesità: un individuo può sviluppare il diabete per un semplice sovrappeso oppure non svilupparlo neppure se arriva a 200 chili.

RISCHIO PRINCIPE : MORTALITA'
Il primo rischio in assoluto è la mortalità.
Nella maggior parte degli studi eseguiti emerge che la mortalità inizia ad aumentare quando il BMI supera i 25. L'incremento della mortalità è modesto fino ad un BMI di 30, ma quando supera il valore di 30 è notevole (fino al 50-100% in più rispetto alle persone con un BMI compreso nel range di 20-25). Nella valutazione del rischio relativo è importante valutare non solo il livello di BMI, ma anche la distribuzione regionale del tessuto adiposo. Infatti, è stato riconosciuto che un’eccessiva quantità di grasso intra-addominale (circonferenza vita elevata) è un importante fattore nel determinare il livello di rischio per la salute dell'individuo, indipendentemente dal BMI.

I VARI RISCHI PER LA SALUTE LEGATI ALL'OBESITA'
1) DIABETE:
L’obesità determina un incremento delle necessità di insulina per la metabolismo dello zucchero nel fegato e nei muscoli.
Se il soggetto, per motivi principalmente genetici, ha una riduzione della capacità funzionali del pancreas, questo aumento corrisponde a una insufficienza relativa di produzione di insulina e può svilupparsi il diabete mellito. Se il peso corporeo rimane normale, la necessità di insulina rimane normale e un insufficienza di grado discreto può rimanere latente per tutta la vita; se viceversa il fabbisogno di insulina aumenta molto perché aumenta molto il peso corporeo, il diabete mellito si sviluppa anche se il deficit pancreatico è molto lieve.
Il diabete è una malattia molto grave e mal controllabile, che rappresenta la principale causa di cecità, infarto, ictus cerebrale, insufficienza renale e gangrena alle gambe. Con la perdita di peso, il diabete del paziente obeso scompare o viene facilmente corretto con i farmaci: quando compare il diabete, la riduzione del peso corporeo diventa indispensabile.
Maggiore è il peso corporeo più elevato è il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 (non insulino dipendente). Studi scientifici hanno dimostrato che, rispetto alle donne con BMI<21,>35. In modo simile il rischio aumenta a partire da un BMI≥24 . L'aumento del grasso intra-addominale è da molti considerato come un fattore di rischio indipendente per il diabete non insulino dipendente ancora più forte del quantitativo di grasso totale.
Il diabete di tipo 2 si associa allo sviluppo di numerose complicanze mediche, quali malattie renali (nefropatia diabetica), visive (retinopatia con potenziale perdita della vista), neurologiche (neuropatia periferica con rischio di sviluppare ulcere ai piedi, disfunzioni sessuali, alterazioni genito-urinarie e gastrointestinali) e cardiovascolari.
*DIAGNOSI DIABETE:Un paziente deve essere considerato diabetico quando la glicemia a digiuno è risultata superiore a 125 mg% in almeno tre determinazioni.

2) IPERTENSIONE ARTERIOSA :
La pressione arteriosa è quella forza che fa circolare il sangue e può essere considerata la risultante tra l’attività cardiaca e la resistenza che le arterie offrono al passaggio del sangue stesso.
Un aumento della pressione arteriosa rappresenta una sollecitazione continua sulle pareti dei vasi, che nel tempo vengono danneggiati, soprattutto se sono presenti depositi di grassi che li indeboliscono.
Molto spesso i pazienti obesi hanno la pressione alta, sia per l’aumento del volume ematico parallelo a quello delle dimensioni di tutti gli altri compartimenti corporei, sia per una azione specifica del grasso viscerale.
Per i pazienti obesi, l’ipertensione aumenta ulteriormente il rischio di infarto di ictus. Con l’incremento del BMI aumenta sia la pressione sistolica (massima) che quella diastolica (minima). I dati provenienti da vari studi sulla comunità mostrano che la prevalenza di ipertensione arteriosa (pressione sistolica superiore a 140 mm Hg o pressione diastolica inferiore a 90 mm Hg) negli adulti con BMI ≥ 30 è del 38,4% negli uomini e del 32,2% nelle donne, mentre in quelli con BMI <>*DIAGNOSI DI IPERTENSIONE ARTERIOSA:Un paziente è iperteso se la pressione arteriosa massima è superiore a 140 millimetri di mercurio e/o la pressione arteriosa minima è superiore o uguale a 90 millimetri di mercurio in determinazioni effettuate in giornate diverse.

3) DISLIPIDEMIA e IPERLIPIDEMIA:
Nel corpo ci sono due tipi di colesterolo: quello legato alle proteine a basso peso molecolare ha la caratteristica di depositarsi sulle pareti delle arterie, favorendo il deposito di grassi e la formazione della placca arteriosclerotica (colesterolo LDL=colesterolo cattivo), e quello legato alle proteine ad alto peso molecolare (colesterolo HDL=colesterolo buono), che invece riesce a catturare i grassi depositati sulle pareti delle arterie, a proteggerle dalle lesioni e a addirittura a riparare i danni che il colesterolo LDL ha già fatto. I trigliceridi infine sono lipidi a elevato contenuto energetico, che vengono trasportati nel sangue e hanno la tendenza a depositarsi sulle pareti delle arterie come il colesterolo LDL.
- Gli individui che hanno livelli elevati di colesterolo LDL e di trigliceridi nel sangue e bassi livelli di colesterolo HDL sono considerati affetti da dislipidemia, vengono molto frequentemente colpiti da infarto miocardio, ictus cerebrale e gangrena alle gambe, e complessivamente vivono meno degli altri.
- Un paziente ha invece una iperlipidemia, quindi un aumentato rischio per malattie arteriosclerotiche, se ha una colesterolemia totale superiore a 200 mg%, una colesterolemia HDL inferiore a 60 mg %, oppure una triglideridemia superiore a 150 mg %. Il rischio aumenta se sono contemporaneamente presenti due o tre dati anormali.
Con la semplice perdita di peso è possibile ridurre i trigliceridi nel sangue, mentre per il colesterolo può essere necessario la somministrazione di farmaci specifici.

4) MALATTIE CARDIOVASCOLARI :
All'aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue corrisponde anche un rischio molto elevato per tutte le malattie cardiovascolari.
L’obesità aumenta il rischio di sviluppare gravi malattie cardiovascolari (es. angina pectoris, infarto miocardio non fatale e morte improvvisa). Studi scientifici hanno osservato che il rischio di malattie cardiovascolari aumenta di due volte nelle persone sovrappeso e più di tre volte in quelle obese.
Le persone affette da obesità, infine, hanno un aumentato rischio di ictus ischemico che può essere una condizione mortale o avere delle gravi conseguenze sulla qualità della vita.

5) SINDROME METABOLICA :
L’obesità, in particolare quella con una distribuzione del grasso corporeo prevalente a livello addominale, favorisce l’instaurarsi di resistenza insulinica e lo sviluppo della “sindrome metabolica”, condizione che viene definita quando un individuo ha tre o più delle seguenti alterazioni:

· Obesità addominali (circonferenza vita > 102 cm negli uomini, > 88 cm nelle donne)

· Ipertrigliceridemia (≥150 mg/dl)

· Bassi livelli di HDL-C ( <>6) CANCRO :
Numerosi studi hanno trovato un’associazione positiva tra obesità e incidenza di certi tipi di cancro (es. endometrio, ovaie, cervice, uterina, mammella nelle donne in menopausa, prostata, colon, colecisti e rene.) l’aumentata incidenza di questi cancri nelle persone obese sembra essere sia la diretta conseguenza di modificazioni ormonali e di una dieta ricca di grassi e povera di fibre.noltre è stato osservato che la inattività fisica aumenta effettivamente il rischio per alcuni tumori maligni. Di solito una persona che pesa molto, proprio per la sua mole, è meno attiva rispetto a un soggetto che invece ha un peso normale, e questo potrebbe già avere rilevanza nell’aumento del rischio di tumore.

7) MALATTIE POLMONARI E INSUFFICIENZA RESPIRATORIA:
Le complicazioni respiratorie sono frequenti nei pazienti con elevato grado di obesità. L’eccesso di grasso nel torace e nell’addome può comprimere direttamente i polmoni, impedendo meccanicamente la loro espansione. La funzionalità polmonare è quindi ridotta e pertanto anche un semplice processo infiammatorio può determinare la comparsa di una vera e propria insufficienza respiratoria. In altri casi il grasso depositato nel collo o nel torace comprime direttamente il laringe e la trachea: ciò avviene soprattutto in posizione supina e quindi di notte il paziente non riesce a respirare bene e si sveglia in continuazione (SAS o sindrome da apnea notturna)*. Un paziente obeso che tende ad addormentarsi durante il giorno è affetto da sindrome di Pickwick, che è una condizione clinica assai pericolosa: basta pensare a quello che potrebbe accadere a una persona affetta da questa sindrome alla guida di una macchina. Complessivamente, a cinque anni dalla diagnosi iniziale, sono molto pochi i pazienti obesi con sindrome di Pickwick ancora in vita.
Le complicazioni respiratorie in un paziente obeso rendono infinitamente più rischioso ogni tipo di intervento chirurgico, a maggior ragione i complessi interventi di chirurgia bariatrica. Poiché un rapido calo ponderale, anche di solo di dieci o quindici chili, corrisponde di regola a un notevole miglioramento delle condizioni respiratorie, i pazienti con complicazioni di questo tipo devono obbligatoriamente affrontare prima dell’intervento un periodo di alcune settimane di digiuno completo al fine di diminuire i rischi operatori.

*L’apnea notturna di tipo ostruttivo (SAS, dall'inglese Sleep Apnea Syndrome) è una sindrome molto evidente nei pazienti obesi. Di notte il soggetto russa molto rumorosamente e smette di respirare durante il sonno, emettendo alla fine dell'episodio di apnea un lungo respiro di compenso; al mattino accusa un gran mal di testa, e durante il giorno è molto stanco e si addormenta nei luoghi e nei momenti meno opportuni, soprattutto quando è im posizione seduta e il grasso mediastinico non è più in grado di comprime la trachea e i grossi brochi.
L’esame clinico di un paziente con SAS mette di regola in evidenza un aumento della pressione arteriosa, il restringimento dei piccoli bronchi, una congestione congiuntivale e edema degli arti inferiori. Il numero di globuli rossi può essere aumentato sino a 6 milioni.Il legame tra SAS e obesità è strettissimo. Generalmente l’inizio dell’apnea notturna ha corrisposto a un periodo di incremento ponderale, e il trattamento dell’apnea notturna non può mai prescindere dalla perdita di peso.


8) ARTROSI E GOTTA:
Gli individui che sono sovrappeso o obesi hanno un aumentato rischio di sviluppare l’artrosi a causa del carico eccessivo del peso sulle articolazioni. Per quanto riguarda l’associazione tra obesità e gotta, si è osservato che negli uomini vi è un marcato aumento del livello di acido urico all’aumentare del BMI.

9) MALATTIA DELLA COLECISTI:
Le malattie della colecisti: la colelitiasi cioè lo sviluppo di calcoli nella colecisti si verifica da tre a quattro volte più frequentemente nelle persone obese, rispetto a quelle normopeso. L'incidenza aumenta con l'età e con l'aumentare del livello di obesità. Le donne sono particolarmente a rischio.

10) FUNZIONE MESTRUALE E SINDROME DELL'OVAIO POLICISTICO:
L'obesità nelle donne in pre-menopausa è associata ad irregolarità mestruali ed amenorrea. Uno studio controllato ha trovato che all'età di 18 anni i livelli più elevati di BMI si associano con più elevata frequenza ad infertilità ovulatoria. La condizione più importante associata all'obesità addominale è la sindrome dell'ovaio policistico, condizione caratterizzata da infertilità, disturbi mestruali, irsutismo, iperandrogenismo addominale e anovulazione.La sindrome dell’ovaio policistico è caratterizzata da cisti multiple alle ovaie dimostrabili con l’ecografia, da un aumento della produzione di ormoni maschili, con irsutismo e acne, e disturbi del ciclo, con emorragie, mestruazioni irregolari e dolorose, e infertilità. Nel 40% dei casi la sindrome dell’ovaio policistico è associata a obesità e la perdita di peso si accompagna di regola alla scomparsa o all’attenuazione della sintomatologia. Una sindrome dell’ovaio policistico non diagnosticata potrebbe essere la causa della sterilità di molte donne in sovrappeso.

11) OBESITA' E GRAVIDANZA :
L'obesità durante la gravidanza è associata ad un aumento della morbidità sia per la madre sia per il bambino. Nelle donne obese gravide è stato osservato un incremento di ipertensione arteriosa ed il 10% d'incidenza di gestosi gravidica.
Le gestanti obese presentano un incidenza di diabete mellito gravidico assi più alta delle donne magre (11% contro 2%). Il metabolismo glucidico si normalizza dopo il parto, ma in alcuni casi la glicemia rimane elevata ed è necessario iniziare una terapia specifica. Inoltre la gestante obesa ha un rischio più che doppio di avere una ipertensione arteriosa o una gestosi. I neonati di donne obese sono più frequentemente molto grossi (più di 5 chili): questo rende molto più difficile il travaglio e il parto, con i relativi rischi di mortalità perinatale, Inoltre per il bambino un diabete gravidico nella madre rappresenta un importante fattore di rischio non genetico per l’insorgenza del diabete nella vita adulta.
Come è comprensibile, la gravidanza è un periodo in cui tutti i meccanismi di risparmio energetico sono particolarmente attivi: la cosa più comune possa capitare a una donna obesa durante la gestazione è di accumulare una grande quantità di chili che poi non riuscirà più a perdere.

12) DISTURBO DELL'IMMAGINE CORPOREA :
L’aspetto fisico si riferisce all’immagine reale di un individuo, mentre l’immagine corporea è la rappresentazione mentale che un individuo ha del proprio corpo. Le persone affette da obesità hanno spesso una valutazione molto negativa del loro corpo, si considerano brutte e talora disgustose; alcuni hanno continui pensieri e preoccupazioni sul peso e sulle forme corporee ed adottano peculiari comportamenti come, ad esempio, l’evitare di esporre il proprio corpo. Spesso soffrono di depressione e di bassa autostima e hanno relazioni interpersonali problematiche. L’immagine corporea negativa è anche uno dei principali fattori implicati nel recupero del peso perduto.

13) IL BED : Binge Eater Desorder
Il Binge Eating Disorder è una malattia del comportamento alimentare che è frequentemente associata all’obesità, soprattutto all’obesità di grado elevato. Il paziente con Binge Eating Disorder è portato a perdere completamente il controllo sulla sua alimentazione e a mangiare in un breve periodo una quantità di cibo superiore a quello che un’altra persona avrebbe mangiato nello stesso tempo: per questo comportamento egli si sente in colpa e profondamente disgustato con sé stesso. Le abbuffate, a differenza della bulimia nervosa, non sono seguite dall’uso regolare di comportamenti di compenso (es. vomito auto-indotto, uso improprio di lassativi o diuretici, digiuno ed esercizio fisico eccessivo). Le persone affette da questo disturbo hanno un’elevata preoccupazione per il peso e le forme corporee e spesso soffrono di depressione.
Rispetto ai pazienti obesi con comportamento alimentare normale, le persone affette da Binge Eating Disorder generalmente pesano di più e lamentano varie forme di disagio psicologico con maggiore frequenza.
E' quindi l'unico disturbo del comportamento alimentare che, pur partendo da un motivo psicologico di base, si autolimenta con l'obesità ed alimenta l'obesità stessa, anche quando la motivaizone psicologica di base è stata sviscerata e magari anche superata. E' un circolo vizioso, dal quale è molto più facile uscire man mano che si perde peso.

Sitografia :

www.obesita.org
www.erobeso.it
www.associazioneitalianaobesita.it
www.chirurgiaobesi.com
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