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5- Le cause dell'obesità

L'obesità è una malattia multifattoriale che si forma, cioè, per l’interazione di fattori genetici e ambientali, che portano a sviluppare per lungo periodo di tempo un bilancio energetico positivo (calorie assunte maggiori di quelle consumate).

1) GENETICA :
Da tempo si va parlando sempre più insistentemente dell’importanza della genetica come causa dell’obesità umana, e gli scienziati si affannano a cercare questo o quel gene responsabile. In realtà, non esiste "il gene" dell’obesità. Infatti se da un lato è stato evidenziato che un singolo o un multiplo effetto genetico è responsabile di alcune rare forme di obesità umana, dall'altro in campo medico si è oramai assunto che il ruolo della genetica nell'obesità sia svolto da numerosi "geni di suscettibilità" (si calcola che siano implicati più di 300 geni) che aumentano il rischio che un individuo sviluppi l'obesità quando è esposto ad un ambiente avverso. Esiste quindi una moltitudine di geni, che sono semplicemente quelli responsabili di tutti i meccanismi fisiologici, che favoriscono l’accumulo di peso e ne ostacolano la perdita. Tali meccanismi fanno parte della nostra realtà biologica né più né meno che il sesso o la statura, che certamente sono fatti geneticamente determinati e certamente possono costituire un fattore di rischio per l’obesità (una donna o un individuo di bassa statura più facilmente diventano obesi), ma che altrettanto certamente non possono esserne considerati la causa.
Quindi se è vero che i bambini adottivi hanno un peso più simile ai loro genitori biologici rispetto a quello dei loro genitori adottivi; o che i gemelli omozigoti, anche se cresciuti in ambienti diversi, mostrano elevati livelli di correlazione nel peso; o ancora che il rischio di obesità nelle famiglie dei soggetti obesi è due volte superiore rispetto alla popolazione generale; e per finire che questo rischio di obesità nelle famiglie di soggetti obesi aumenta notevolmente con l'innalzarsi del BMI ed anzi con un BMI > 45 kg/m2 il rischio è otto volte maggiore; è anche vero però che l'importanza dei fattori genetici nel determinare la suscettibilità individuale all'obesità, non può spiegare l'incremento della prevalenza dell'obesità che si è verificato negli ultimi 20 anni.
I nostri geni, infatti, non si possono essere modificati in modo così rilevante in solo vent'anni. Il colpevole dell'epidemia non può che essere l'ambiente che promuove comportamenti che causano l'obesità.

2) LE INFLUENZE SOCIO-CULTURALI:
Tra i fattori sociali che possono aver contribuito allo sviluppo dell'epidemia globale dell'obesità ricordiamo:
*Modernizzazione e globalizzazione:
il processo di modernizzazione e di transizione economica osservato nella maggior parte delle nazioni del mondo ha portato ad una progressiva industrializzazione e ad un'economia basata sul commercio all'interno di un mercato globale. Questo ha determinato notevoli miglioramenti nello standard di vita, ma anche delle conseguenze negative sullo stile dì vita, in modo particolare sul modo di alimentarsi e sui livelli di attività fisica, che hanno favorito il propagarsi dell'obesità. L'industria del cibo ha modificato la qualità degli alimenti abitualmente consumati; la stagionalità del cibo è stata superata e la disponibilità alimentare supera di gran lunga il fabbisogno. Accanto ad una modificazione dello stile e della qualità dell'alimentazione, il trasporto motorizzato, gli elettrodomestici e i macchinari per il lavoro hanno costretto i cittadini ad una vita sedentaria sia sul lavoro sia nel tempo libero, che è riempito da attività come quella di guardare la televisione.
*La modificazione dell'occupazione:
nei paesi industrializzati sempre più donne entrano nel mercato di lavoro o ritornano ad un lavoro pochi anni dopo avere avuto dei figli, pur mantenendo la responsabilità della condizione della famiglia. Il lavoro femminile ha determinato inevitabilmente una modificazione della qualità del cibo consumato nelle famiglie ed ha contribuito a sviluppare una domanda sempre maggiore di cibi di rapida preparazione oppure precotti, in genere ricchi di grassi.
*Le influenze culturali:
i fattori culturali sono sicuramente i maggiori determinati della scelta dei cibi. Questi fattori includono la pressione dei pari, le convenzioni sociali, le pratiche religiose, il valore attribuito ai diversi cibi, l'influenza dei familiari e lo stile di vita personale. Tali fattori si osservano in modo evidente nei bambini che aderiscono facilmente alla pressione dei coetanei a scegliere cibi ricchi di grassi e negli adulti quando consumano pasti simili durante i pranzi o le cene di lavoro.
*I media e la pubblicità:
la televisione gioca un ruolo fondamentale nell'influenzare le scelte alimentari dei cittadini, in particolare dei bambini e spesso i messaggi che promuove non sono educativi.

3) ALIMENTAZIONE :
Numerosi studi sperimentali eseguiti sugli animali e studi clinici sugli umani hanno ripetutamente mostrato che i fattori dietetici, in particolar modo la quantità di grassi e di calorie consumate, sono fortemente associati allo sviluppo del sovrappeso e dell'obesità.
I grassi dietetici apportano più calorie per grammo rispetto agli altri macronutrienti (proteine e carboidrati), hanno cioè un'elevata densità energetica. I grassi, inoltre, a differenza dei carboidrati e delle proteine, hanno una scarsa capacità di far terminare l'assunzione di cibo e di sopprimere la fame e così la loro assunzione porta con facilità a quello che gli anglosassoni chiamano “passive overconsumption” e cioè un'assunzione eccessiva di calorie. Si è calcolato che l'eccesso di grassi con la dieta è depositato nel tessuto adiposo con l’efficienza di circa il 96%.
E' chiaro, quindi che il nostro peso dipende dal rapporto tra quanto mangiamo (introito di cibo) e quanto consumiamo (consumo passivo e attività fisica). Il consumo energetico è molto importante nel determinare il peso standard corporeo, l’introito energetico invece è assai più importante nel determinare le variazioni del peso e funge quindi da regolatore del peso. In altre parole, noi non "sentiamo" il bilancio energetico che ci induce a mantenere un peso equilibrato,ma semplicemente avvertiamo solo le piccole variazioni di peso, corrispondenti a errori cumulativi di molte migliaia di Calorie, e ripetutamente avviamo azioni correttive in più o in meno la cui somma algebrica conduca sempre allo stesso risultato.
È così che riusciamo a controllare il nostro peso corporeo, elaborando correttamente segnali esterni quali l’immagine nello specchio, la cintura dei pantaloni, i commenti degli amici, o, più semplicemente, la bilancia.
In sostanza non è dunque con la variazione del consumo che si cambia il peso corporeo, bensì con la variazione dell’introito energetico.
Questo per 2 motivi fondamentali:
1- perchè il consumo energetico è rappresentato per l’80 per cento dal cosiddetto "consumo a riposo", che si chiama così proprio perché rappresenta l’energia che spendiamo per tenerci in vita anche durante il sonno. Tale consumo è dunque immutabile e uguale per tutti, in condizione di sedentarietà. Quando cioè l'attività fisica è il risultato del semplice vivere;
2- perchè raramente l'inserimento di un'attività fisica in un regime alimentare invariato sarà costante nel tempo, e quindi, nel risultato di aumento del consumo energetico.
Da quanto detto risulta quindi che L'ATTIVITA' FISICA da sola non può ottenere risultati soddisfacenti nel controllo del peso, se ad essa non si associa inevitabilmente anche la VARIAZIONE DELL'INTROITO DI CIBO. E quindi, in sostanza, causa dell'obesità non può essere la sedentarietà singolarmente presa, ma piuttosto il tipo di alimentazione basata su un introito eccessivo rispetto a ciò che consumiamo in condizioni normali di sedentarietà, ossia, A RIPOSO.
E' da questa condizione di normalità di base che bisogna partire per comprendere di quanto cibo abbiamo veramente bisogno per sopravvivere. E solo avendo ben chiaro questo concetto di normalità che poi, tutto quello che di buono ci porta ad esempio un'attività fisica correlata e costante riusciamo ad incanalarlo in un controllo dietetico consapevole e quindi duraturo nel tempo.

Sitografia :
www.obesita.org
www.erobeso.it
www.associazioneitalianaobesita.it
www.chirurgiaobesi.com



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